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Prime Esperienze

Oltre - parte 1


di GuardoneMonello
18.05.2025    |    1.820    |    5 8.3
"I tuoi amici sono i miei amici..."
"Michele, sei carico?" mi urla il mio amico Massimo mentre sta per scolarsi il primo shottino, all'ombra del culo di una giovane alticcia, che sta ballando scatenata sul bancone del chiosco.
È mezzanotte, la festa in spiaggia è appena iniziata. Siamo tutti in costume, tranne una ragazza.
I miei amici si lanciano subito in balli scatenati e non perdono tempo a tentare approcci a destra e a manca con le partecipanti, le quali si prestano ben volentieri alle avances, sculettando a pochi centimetri dai nostri corpi.
Come già detto, tutte le ragazze, tranne una, sono in bikini.
La maggioranza indossa il tanga, poche coraggiose il perizoma.

L'atmosfera si scalda, l'alcol, il tabacco e i profumi si mescolano. La musica rimbomba forte nelle mie orecchie.
Non è di mio gradimento. Queste situazioni le ho già vissute molte volte...e so già come va a finire.
"Michele, cosa fai ancora lì fuori?" - mi incalza l'altro mio amico, Angelo - "Vieni con noi nella mischia!"
"Angelo, lo sai che queste feste non fanno per me..."
"Ma cosa dici? Goditi la notte, che lunedì si torna a lavorare!"

Già, lunedì si torna all'inferno, tra l'incudine e il martello, sotto la duplice tirannia dei dirigenti e dei clienti.
Potrà mai questa festa tirarmi fuori dall'odiata routine? Certo che no, anzi le feste sono fatte proprio per aumentare la tua tolleranza allo sfruttamento. Per questo le odio. E per questo avevo a volte litigato con i miei amici, che non lo capiscono.
È tutto progettato per fotterti. In una notte di follia sei capace di dimenticare un mese di lavoro sottopagato e senza tutele.
Diciamo che non mi aspetto molto da questa festa.
Sarò felicemente smentito?

Su incitazione dei miei amici, un paio di ragazze in costume mi prendono per le braccia e mi tirano dentro il "cerchio magico" dove si balla. Io a quel punto sto al gioco e non oppongo resistenza. Comincio a muovermi in modo scomposto e sgraziato, aleatorio, assolutamente non a ritmo di musica (se davvero vogliamo chiamare "musica" quel frastuono infernale).
Le ragazze sembrano ignorare la mia imbranataggine e mi ammiccano con malizia.
Alcune di loro alzano le mani sulla mia schiena, altre sul mio petto.
Accade una cosa strana: il mio uccello all'inizio mostra segni di gradimento, ma poi si ferma a metà. Come mai?

Non era la prima volta che andavo a una festa come quella. Avevo partecipato in passato a decine di feste simili e ne avevo combinate di tutti i colori. Una volta addirittura la situazione degenerò in una vera e propria orgia sulla spiaggia.
So benissimo come ci si sente: le prime ventiquattro ore da leoni, dopo si torna a fare le pecore.
A un certo punto l'iniziale soddisfazione si trasforma in un senso di vuoto, di inutilità.
Ecco, il mio cazzo lo sapeva. Se lo aspettava...e per questo non andava fino in fondo come le altre volte.
Il sesso ha la sua intelligenza naturale. Bisogna saperla cogliere.

Dopo aver notato il mio sorriso svanire dal mio volto e i miei occhi spegnersi nella disillusione, le ragazze mi tolgono le mani di dosso e si allontanano. Lo hanno capito anche loro. Certe sensazioni non c'è bisogno di spiegarle a voce.
Non tutte le ragazze se ne vanno, però.
Ce n'è una che mi segue in spiaggia, dove la musica è più bassa, guardandomi dispiaciuta. È la ragazza senza costume.
L'unica che si distingue nella folla per il suo vestito lungo, bianco e sobrio, ma proprio per questo sexy. Le aderisce bene e mette in luce le sue forme, al chiaro di luna. La sua eleganza vale molto più di un filo di perizoma esibito con cafonaggine.

Ci scambiamo pochi sguardi. Comprendo subito che è una donna empatica e socievole. I suoi occhi brillano di mistero.
"Ciao...tutto bene?" mi chiede.
"Ciao, piacere. Sono Michele. Scusa se prima vi ho deluse...non mi andava di fingere quello che non sono."
"Piacere mio, Anna. Non devi scusarti di niente. Mi spiace solo che tu non riesca a divertirti."
"Sai...mi sento un po' un pesce fuor d'acqua a questa festa. Una volta mi ci divertivo, ma ora non riesco più a dargli importanza. È come se non mi bastasse..."
"Ti capisco." - mi risponde - "È quello che accade quando cresci. Ma ricorda che l'acqua del mare non è mai sempre la stessa. Se non ti ci butti, non potrai cogliere le differenze...e le opportunità nascoste."
Poi si avvicina all'orecchio e mi sussurra: "Pescami. Io sono la novità. Ti aspetto al bar."

Ammaliato dal suo linguaggio esoterico, comincio a credere che gli dei si siano commossi e che mi stiano concedendo un'opportunità per cambiare la mia vita, mandando Cupido a scoccare la freccia dell'amore.
Rincuorato dall'incontro inaspettato, credo che quella notte non seguirà un copione già scritto.
Mi incammino speranzoso verso il bar, affrontando quella musica assordante che ho imparato ad odiare.
Scorgo da lontano Anna che sta parlando con i miei due amici. Provo un po' di gelosia, lo ammetto.

"Ehi, chi si rivede!" - esclama Angelo - "Sei fatto vecchio! Ma dov'è finito il Michele di una volta?"
"Hai ragione" - gli rispondo - "Sono maturato. E mi sono innamorato..."
"Ohilà, ma questa è una notiziona!" - interviene Massimo - "E chi sarebbe?"
"Mi prendete per il culo?" - replico - "State già tramando per rubarmela! Ma perché proprio lei tra tutte?"
Persino quei volga-rozzi dei miei amici si erano accorti che Anna aveva, tra tutte, qualcosa di speciale.
"Beh, non mi risulta che ci sia stato ancora nulla tra di voi" - risponde Massimo - "Quindi muovi il culo se vuoi conquistarla."

Ci dirigiamo insieme verso il bar, quindi prendiamo posto al tavolino. Resta una sedia libera.
Poco dopo arriva Anna, ci saluta tutti con un bacio sulla guancia e ordina da bere per tutti e quattro.
"Stasera siete miei ospiti" - ci dice - "Offro io."
I miei amici si precipitano a dire che no, non si doveva preoccupare, mentre io taccio.
"Insisto" - ripete lei - "Siete miei ospiti perché ho visto in uno di voi la mia anima gemella. So anche che siete amici, quindi sarebbe crudele dividervi."
"Eh, però diccelo subito chi di noi ti piace" - replica Angelo - "Non lasciarci sulle spine..."
"Eh, no. Troppo facile così." - risponde lei con un'espressione sorniona - "Voglio che voi mi dimostriate quanto le mie sensazioni rispondano al vero."
"Vi propongo una sfida" - aggiunge, mentre noi ci gustiamo i drink offerti - "Chi griderà più forte il mio nome riceverà da me un premio. Ci state?"
"Ma...qui in mezzo a tutti?" le chiedo io imbarazzato, mentre i miei amici sono già passati all'azione.
"Devono sentirlo tutti! Vai...buttati!" mi dice lei nell'orecchio mentre mi accarezza l'avambraccio.

Riconosco ad Anna di aver rispettato la sua promessa di essere la novità della mia nottata.
La sua sfida mi intriga e mi fa presagire un seguito allettante.
"Anna! Anna, sei la più bella!" grida Massimo in mezzo alla folla.
"Anna! Anna, sei più elegante di Coco Chanel!" urla Angelo dall'alto di uno sgabello.
Intanto lei ride e si gode lo spettacolo, mentre io escogito una soluzione folle.
Raggiungo la console e rubo il microfono al DJ.
"Anna! Anna, sei la mia fata che trasforma la notte. Salvami tu, bonazza, da questo mare in bonaccia."

Sono frasi improvvisate sul momento, senza particolare attenzione alle parole, ma io avevo sempre avuto una vena poetica che i miei amici deridevano...ma ora se ne stanno pentendo!
Continuo a riempire Anna di complimenti, mentre il DJ comincia a stufarsi della mia presenza invadente e a richiedere il microfono per sé. Io non glielo do, continuo incessante a urlare al microfono il nome della mia amata. La folla che all'inizio mi acclamava, ora comincia a stancarsi e a fischiarmi, richiedendo un intervento più deciso del DJ per buttarmi fuori dal palco.
Vedo Anna commossa e al tempo stesso divertita, mentre si mette le mani in faccia e scuote il capo.
Siccome insisto per restare col microfono in mano e a volte inveisco contro quella musica di merda, chiedendo di cambiarla, il DJ mi dà uno spintone e mi fa cadere a terra.
In seguito i buttafuori intervengono, mi fanno alzare e mi accompagnano pacificamente all'esterno dello stabilimento balneare.

Ero stato il più folle. Ero stato sbattuto fuori.
Ora non voglio una ricompensa come quelle che avevo avuto tante volte. Mi sono rotto il cazzo del piacere fine a se stesso.
Voglio l'amore che ho visto brillare negli occhi di Anna, desidero che la sua sensibilità mi conduca verso una vita più piena.
Lei che è stata la sola in grado di capirmi, lei che ha recepito il mio disagio e lo sta trasformando in un sogno.
Mi siedo su una panchina e guardo la luna piena. Lo so, lo so che c'è un piano dietro. Certe cose non accadono per caso.

Dopo cinque minuti vedo Anna e i miei amici uscire insieme dal locale.
Lo sapevo, sapevo che non mi avrebbero tradito. Non potevano lasciarmi fuori solo come un cane randagio.
Mentre si avvicinano alla panchina dove sono seduto, Anna avanza in posizione centrale con passo deciso.
Si butta in braccio a me a 'mo di amazzone e si avventa sulle mie labbra sconvolte.
Inizia a baciarmi con una passione ardente e insaziabile, mi mordicchia le labbra e poi cerca il mio palato con la sua lingua.
Non smette mai di entrarmi nella testa con il suo sguardo color zaffiro.
Mi abbraccia con entrambe le mani chiuse a pugno sul dorso, mentre mi limona.
Devo pregarla per prendere fiato. Non ricordo di aver mai baciato nessuna donna così a lungo.
Io le massaggio la schiena e gioco con la zip della sua cerniera, aprendola e chiudendola, aprendola e chiudendola ancora.
Angelo e Massimo ci guardano entusiasti, con le mani in tasca, chissà perché...
Lei approfitta della lunghezza del suo vestito, mi copre il costume, quindi lo abbassa e inizia a massaggiarmi il cazzo.

"Mmh Anna, fai sul serio..."
"È il minimo, amore, dopo quello che hai fatto per me. Ora devi avermi, non puoi sottrarti."
"Ma sei sicura? Proprio qui? Non sembravi così porca lì dentro..."
"Le donne possono fare le porche, ma le porche non possono fare le donne" mi risponde lei con un orgoglio disarmante.
Ce l'aveva con le altre, le ragazze che pensano solo a scopare e non hanno né fascino, né cultura, né valori.
"Io amo godere in tutto e per tutto" - continua - "ma non mi interessa essere amica di un contenitore di sperma."
È favolosa la sua feroce capacità di fare filosofia mentre fa l'amore. Mi scopa la mente ed è trasgressiva.

Ricomincia a baciarmi mentre mi fa una sega sulla panchina del lungomare, sotto la protezione del suo lungo vestito, mentre i miei amici alternano i loro sguardi impazziti tra noi e la strada, per controllare che non giunga nessuno.
"Mmh...sei come un angelo caduto nel buio" le sussurro nell'orecchio tra un bacio e l'altro.
"Sì, sono un diavolo, lo stai sentendo?" mi risponde.
Sento il mio frenulo euforico, mi sta procurando un piacere inenarrabile. Ora sì che il mio cazzo è duro al cento per cento!
Un brivido si trasmette lungo la mia schiena, fino all'altezza della nuca.
"Anna! Oh, ti voglio bene, grazie, grazie mille! Oh, dio mio!"
I miei amici scoppiano a ridere, poi lei torna sulle mie labbra con una voracità ancora maggiore.
Vuole mangiarmi. Vuole entrare dentro di me con lo sguardo, mentre io voglio entrare dentro di lei con il cazzo.
Controllo con la mano destra se ha le mutandine. Non ce l'ha. Ma io non ho i preservativi.

"Angelo, andiamo in macchina?" gli chiedo.
"Eh, ho capito che vuoi concludere, 'sto pazzo." - mi risponde - "Vabbè, dai, andiamo, dovrei avere pure i preservativi."
Io e Anna ci ricomponiamo e ci alziamo dalla panchina. Lei mi prende la mano e non smette di guardarmi.
"Ma ci fate partecipare, vero?" chiede Massimo, tra il serio e il faceto.
"Devi chiedere a Michele" - risponde Anna - "Io non ho limiti, ma amo solo lui...e solo lui può decidere chi mi può toccare".
Sono commosso. La prendo in braccio e la bacio, poi la poso giù come una libellula sul lago. Mai mi fu dato un tale onore.
Decido di premiare, fino a un certo punto, la lealtà e l'ospitalità dei miei amici.
"Anna vi farà un pompino ciascuno. Ma dentro la posso scopare solo io. Intesi?"
"Beh...direi che non ci possiamo lamentare" risponde Massimo.

"Ragazzi, il mare, il mare, voglio fare il bagno!" esclama Anna inaspettatamente.
Mi chiede di aprirle completamente la cerniera posteriore del vestito e di poggiarlo in macchina dell'amico Angelo.
Lei resta completamente nuda. Corre verso il mare e ci incita a seguirla, la ragazza senza costume.
Non esitiamo. Corriamo anche noi e sfidiamo il freddo dell'acqua notturna. Ci riscaldiamo abbracciandoci al corpo di Anna.
Le tocchiamo le tette, la massaggiamo, soltanto io la bacio in bocca e le tocco la figa.

Usciamo tutti bagnati e un po' infreddoliti, ma carichi di dopamina e adrenalina. Ci sentiamo dei clandestini senza vergogna.
"Fanculo se si bagna la macchina" - dice Angelo - "Se ci becca qualcuno sono cazzi. Saliamo subito!"
"Non ce la faccio più Angelo" - gli rispondo mentre salgo sull'auto - "Trova 'sti preservativi che devo omaggiare la mia regina."
Massimo si abbassa il costume e comincia a segarsi.
"Amore, guarda come soddisfo il tuo amico!" mi dice Anna, nuda nell'abitacolo, in procinto di spompinare i miei amici.
Mentre Angelo cerca la scatola dei profilattici, la mia amata mi prepara all'ultimo round esibendosi con Massimo.
Angelo mi consegna la confezione, quindi entra nell'abitacolo e si abbassa anche lui il costume.
Intanto Anna assume una posizione acrobatica abbastanza difficile: infila le gambe tra i poggiatesta e i sedili anteriori, mentre si mantiene con le braccia sui sedili posteriori. Questo mi pone una sfida nel volerla scopare. Devo infatti stare in piedi con un piede su ciascun sedile anteriore, mentre lei spompina i due cazzi dietro in maniera alternata.

Mi piacciono le sfide e mi piace chi me le pone, non le ragazze banali. Accetto anche stavolta.
Anna si sottopone alla triplice penetrazione. Nell'abitacolo ne prende due in bocca, mentre viene scopata da me.
"Guardami, Michi, sei contento che faccio felici i tuoi amici?" mi chiede in un minuto di tregua.
"Non posso credere di conoscerti da così poche ore" le rispondo.
"Forse la tua anima mi conosce da sempre. Deve soltanto ricordarsi di me."

Siamo tutti all'apice della gioia. I nostri respiri bramano un esito comune, un commiato dionisiaco, un urlo infernale.
A un tratto le vibrazioni dei membri risuonano in una sborrata sincrona e chiassosa. Espiriamo e ci adagiamo sui sedili.
Io aiuto Anna a liberarsi dalla trappola che si era costruita e la accompagno sul sedile anteriore della macchina di Angelo.
Mentre i miei due amici si addormentano nell'abitacolo, noi due ci puliamo e restiamo a farci le coccole.
Ci conosciamo meglio.
"Ma perché...Anna, non capisco. Perché ti sei concessa ai miei amici?"
"Perché a te piaceva l'idea. Glielo hai concesso tu, non ricordi?"
"Sì, ma perché farlo decidere a me? Non voglio che tu faccia cose che non ti piacciono."
"Te l'ho già detto, Michi, io non ho limiti. I tuoi amici sono i miei amici. Il tuo piacere è il mio piacere. Mi sono divertita tanto."

Continuiamo a chiacchierare fino all'alba, sussurrando, mentre coccolo il suo corpo nudo.
Parliamo di lavoro, tempo libero, relazioni...e mi piace sempre di più, anche nei suoi piccoli difetti.
Scopro che anche lei fa un lavoro che non la soddisfa a pieno e non valorizza il suo percorso di studi.
Mi racconta del suo impegno nel volontariato, delle sue idee politiche, delle sue credenze. Non ci stanchiamo mai.
Quando il primo raggio di luce schiarisce l'atmosfera, mi chiede di ridarle il vestito. Lo indossa e mi guarda.
"Michele, dammi il tuo numero...intendo rivederti molto presto" mi dice. Le scorre una lacrima sul viso.
"Ricorda...il sesso è una scala, non una bolla!" mi sussurra per l'ultima volta nell'orecchio.
Mi dà un ultimo bacio e se ne va.

Ciao ragazza strepitosa, sei tanto strana, ma troppo preziosa.

To be continued...
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